4.3.12

DIRITTO ALLA VITA ...SEMPRE

Aborto post-nascita, sconcerta la posizione di due bioeticisti

«L'aborto è largamente accettato per ragioni che non hanno nulla a che fare con la salute del feto. Dimostrando che, al pari del feto, il neonato non ha lo status morale di una reale persona umana, gli autori sostengono che l'aborto dopo la nascita (cioè l'infanticidio) dovrebbe essere permesso in tutti i casi in cui è permesso l'aborto, inclusi i casi in cui il neonato non è portatore di disabilità», è, secondo quanto riporta l'Ansa, la provocazione di due ricercatori italiani all'estero, Francesca Minerva e Alberto Giubilini, pubblicata dal Journal of Medical Ethics. Il direttore della rivista, Julian Savulescu, ha difeso la scelta di andare in stampa sostenendo che ''lo scopo non è affermare la Verità o promuovere qualche legge morale. È di presentare opinioni ragionevoli basate su premesse diffusamente accettate». I due ricercatori argomentano che «l'essere "umano" non è di per sé ragione sufficiente per attribuire a qualcuno il diritto alla vita» e affermano che «sia il feto che il neonato sono certamente esseri umani ma né l'uno né l'altro sono "persone" nel senso di "soggetto" di un diritto morale alla vita». Minerva e Giubilini ricordano la normativa olandese dove il Protocollo Groningen del 2002 consente di porre fine alla vita di un neonato con prognosi senza speranze attraverso una decisione assunta dai medici e dai genitori e proseguono affermando che «gli interessi delle persone supera quello delle persone potenziali. Dal momento che le non persone non hanno diritto morale alla vita non c'é ragione per proibire gli aborti post-natali». La tesi sconcertante sostenuta dai due autori è stata immediatamente stigmatizzata da Avvenire che in un commento dal titolo "Sgomenta l'aborto post-nascita" sottolineano come «la teorizzazione dell'infanticidio in Italia fa ancora orrore (e meno male). A fare scalpore non dovrebbe essere solo il contenuto del saggio, ma anche il prestigio accademico di cui godono certe argomentazioni, e le carriere a cui si accompagnano».